Una cena a tema in occasione della presentazione del mio libro sui fiori commestibili a cura del Rotary Club, delegazione di Cerveteri-Ladispoli, si è rivelata una grande ed entusiasmante esperienza.
Sicuramente ha contribuito la suggestiva ed elegante struttura Villa dei Desideri, un gioiello nato a Cerveteri (Roma), nel 2014, dall’idea del giovane imprenditore Claudio Di Prete. Il quale ha realizzato un giardino botanico, popolato da centinaia di palme e di rose, e creato un locale esclusivo ed affascinante, coniugando perfettamente: natura, eleganza, accoglienza e buon cibo.
Senz’altro determinante, per la perfetta riuscita della serata, è stata la creatività e la professionalità dello chef Dario Tempestini, sempre alla costante ricerca di abbinamenti innovativi e di prodotti di alta qualità. Formatosi attraverso importanti esperienze con chef stellati e collaborazioni in strutture ricettive di grande livello.
Il menu della serata, ispirato dal libro e raccontato dall’autrice, ha mostrato sin dall’aperitivo un’accurata elaborazione ed esecuzione da parte dello chef con Bocche di Leone farcite con robiola, pistacchi, nocciole, sesamo e fiori di calendula essiccati. La Bocca di Leone, regina di antiche mura e di piccoli giardini, ha riportato alla mente quel gioco dell’infanzia in cui lo si stringeva tra pollice e indice per vedere come apriva la bocca, immaginando proprio le fauci di un feroce leone. Nella versione commestibile il fiore, dai deliziosi colori pastello, ben di presta ad essere farcito, sia per l’estetica, sia per la consistenza carnosa. Il suo sapore inizialmente amarognolo diviene, con la masticazione, fruttato e particolarmente adatto alla preparazione di coloratissimi finger food.
L’antipasto: Carpaccio di salmone marinato ai fiori di calendula, estratto di carota viola e fiori di verbena ha evidenziato la pietanza con forti contrasti di colore. La Verbena oltre a creare tali effetti cromatici ha portato nel piatto l’eredità di una grande ed antica pianta che ha costituito per tante civiltà un fiore sacro a cui erano attribuite molteplici proprietà.
Il Risotto con carciofi e guanciale affumicato, mantecato con burro al gelsomino e accompagnato da fiori di begonia ha conquistato all’unanimità tutti i commensali. Un equilibrio perfetto, in cui tutti gli ingredienti ben si univano nella loro unicità, come strumenti di un’orchestra. La Begonia, dal punto di vista organolettico, rappresenta un fiore carnoso molto gradevole che dona un sapore piacevolmente agrumato e molto gradito.
Il secondo di pesce prevedeva: Treccia di filetto di spigola con verdure marinate e fiori di vetro. Il fiore di vetro, altrimenti noto come Impatiens, Begliuomini, o Lisetta ha sorpreso non solo per la bellezza ma anche per il fatto che l’uso commestibile di questa pianta, arrivata in Italia solo nel 1972, era da tutti sconosciuto. L’appariscente fiore, di sapore dolce e fruttato, figura tra i più apprezzati da chef e bartender.
L’insalata di portulaca con fiori misti, in cui figuravano anche un mix di petali tra cui rosa, tulipano, fucsia e violette del pensiero ha costituito un contorno variopinto e saporito. Si è voluto sottolineare il ruolo della portulaca come una delle erbe spontanee più conosciute e tradizionalmente apprezzate. L’accompagnamento con tanti fiori eduli ha permesso ai commensali di poter sperimentare differenti sapori e consistenze.
La cena si è conclusa con un dessert leggero e gradevolissimo: Carpaccio di ananas con frutti di bosco, bocche di leone, lampone, mela e calendula disidratati.
La Calendula rappresenta un fiore molto utilizzato in cucina sin dall’antichità, sia per donare sapore, sia per colorare le pietanize, tanto da meritarsi il soprannome di “zafferano dei poveri”. Esso costituisce, inoltre, un’ importante pianta officinale e questo ci rammenta come le piante costituiscano non solo un prezioso nutrimento ma anche medicamento per il corpo e, stante la particolare bellezza, balsamo per l’anima.