Cultura Enogastronomica

TORTA. Dal pane alla torta nuziale

La torta si è evoluta lentamente come una forma più elaborata di pane e con la sua generica denominazione si indicano tutti quei dolci la cui principale caratteristica è una certa grandezza e consistenza, dalla forma generalmente rotonda, i cui ingredienti possono essere svariatissimi, ma a base per lo più di farina, zucchero, burro, uova e varie aggiunte. La torta passò, ben presto, ad indicare qualcosa di lussuoso e a denotare occasioni specifiche, generalmente quelle che implicavano offerte, rituali, feste e legami comunitari. Il suo particolare significato non risiedeva solo nel modo in cui veniva preparata, ma nel modo in cui veniva offerta o condivisa.

Torta nuziale

La torta nuziale è il frutto di una lunghissima tradizione che affonda le proprie radici nell’antica Grecia ove era considerata un augurio di fecondità e di prosperità. Inizialmente si trattava di un semplice impasto di farina, miele e semi di sesamo, quest’ultimo ingrediente costituiva, infatti, un elemento simbolico essenziale del rito matrimoniale nelle società elleniche.

I dolci avevano una grande importanza anche nell’antica Roma, famoso era il rito della confarreatio che prevedeva la preparazione di dolcetti di frumento, miele e frutta, che dovevano essere prima sbriciolati sulla testa della sposa e poi mangiati da entrambi i coniugi come augurio di abbondanza e di prosperità. Le briciole, successivamente, venivano raccolte anche dagli invitati come porta fortuna.

Tuttavia per avere la torta alta, come idealizzata nel nostro immaginario, occorre risalire al Medioevo quando scaturì da un assemblaggio di piccoli pani, o biscotti, posti gli uni sugli altri, portati dagli invitati durante il banchetto. Dalle cronache rinascimentali e barocche emergono descrizioni particolareggiate sulle portate nei banchetti principeschi e sulla presenza di dolci e torte nonché di trionfi, cioè particolari creazioni a base di zucchero fuso e lavorato, e/o stampato, a forma di castelli, torri, animali, cavalieri, creazioni che fornivano grandiose scenografie al fine di stupire ed impressionare gli invitati.  D’altronde lo zucchero, costituiva una merce preziosa e costosa, considerato una spezia a tutti gli effetti e, come tale, andava ad arricchire ogni tipo di pietanza sulle mense principesche.

Torta e Pastello nella gastronomia medievale e rinascimentale

Nel Medioevo si chiamava torta quella preparazione generalmente rotonda, costituita da una crosta elaboratamente decorata con un ripieno morbido e pastoso di carne a differenza del pastello che era una sorta di contenitore di pasta al cui interno erano posti pezzi di carne, grasso, frutta secca e spezie. Il pastello all’occorrenza poteva esser costruito in modo da contenere altri contenitori di pasta al cui interno si potevano nascondere uccelli o coniglietti vivi, come ci ricorda il celebre pastello volativo di Maestro Martino* il cuoco più famoso del Quattrocento. Mentre la torta si evolverà nella versione dolce o in quella rustica dal ripieno morbido, l’evoluzione del pastello è rappresentata dal pasticcio. Preparazione che con le necessarie differenze ha mantenuto il suo carattere di vivanda prestigiosa preparata per i conviti signorili ed è rimasto in alcune cucine regionali, dalla Sicilia alla Romagna, come simbolo di continuità con la grande cucina rinascimentale.

Torta nuziale bianca e glassata

Quando lo zucchero da spezia preziosa cominciò ad essere più comune e un po’ meno costoso si diffusero in Inghilterra le torte con una copertura di glassa, o ghiaccia, bianca. Tra le più famose torte di matrimonio ricoperte di bianco occorre citare quella realizzata, in Inghilterra nel 1840, per le nozze della regina Vittoria. La torta aveva un diametro di tre metri e un peso di circa 140 chilogrammi.  Da quel momento in poi la ghiaccia bianca usata per le torte prese il nome di ghiaccia reale, completamente bianca come il vestito della sposa, altra moda lanciata dalla regina.  Fu un altro matrimonio reale a lanciare la moda delle torte a più piani, quello del principe Leopoldo, figlio della regina Vittoria, nel 1882.  

Introduzione in Italia della torta nuziale

In Italia, fino alla prima metà del Novecento, la tradizione della torta nuziale non destò grandi consensi, i matrimoni terminavano con la semplice offerta del dessert. Tuttavia a partire dagli anni Cinquanta, l’alimentazione fu oggetto di significative modifiche, in particolar modo il dolce divenne un appuntamento importante dei giorni di festa e la torta incarnò il simbolo dei festeggiamenti di ogni classe sociale. Nessun ricevimento nuziale, ancor oggi, potrebbe dirsi concluso senza l’atteso e fotografato taglio della torta.

* Vedere Pastello in Maestro Martino in:

https://www.unigiessen.de/de/fbz/fb05/germanistik/absprache/sprachverwendung/gloning/tx/martino2.htm

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